© 2003-2024 LES FLEURS DES MALADIVES  

BIOGRAFIA

LES FLEURS DES MALADIVES sono un furioso trio che cerca di defibrillare la salma del rock italico a colpi di riff esplosivi e liriche taglienti. Una cruda vena cantautorale reinterpreta lo spirito Rock’n’Roll puntando tutto sui testi e sulla bellezza cinica della verità. Per i FLEURS “fare musica in Italia oggi” significa salire sul palcoscenico e trasformarsi in scimmie spaziali pronte per il lancio.

Dopo una demo capace di strappare un bel commento di Mauro Pagani, nel 2007 la band pubblica “Antinomìe EP” (autoproduzione). Nel 2009 Nada canta “Novembre”, una canzone dell’EP, e la include nel suo album “Nada live Stazione Birra” (Rai Trade).

A novembre 2013 la band pubblica l’album di debutto “MEDIOEVO!” (Zeta Factory / Master Music). “Medioevo”, title-track e primo singolo estratto, diventa video RockTV Pass su RockTV. Nel 2014 il brano “Dharamsala” viene premiato da Amnesty International per l’impegno nei diritti umani. A fine 2014 esce “Amoxicillina”, secondo singolo del disco, con un videoclip in esclusiva per Rockerilla. Nel 2014 con Medioevo e nel 2016 con Amoxicillina, sono una delle band finaliste di 1MFestival, il contest del Concerto del Primo Maggio di Roma.

MEDIOEVO!” ottiene ottime recensioni: da Il Fatto Quotidiano a RockIt, passando per Buscadero e Internazionale, i media parlano di “fresco rock d’autore”, di “grunge-stoner anni ’90 dai riff decisi e aggressivi”, di “testi che evocano la perizia del miglior Agnelli”, di “atmosfere energiche vicine ai Ministri”.

Il 27 febbraio 2017 esce il video di Homo sapiens, primo singolo estratto dal nuovo album, con un’esclusiva su MTV New Generation e la band è l’artista JustDiscovered della settimana.

Il 20 marzo 2017 esce Il Rock è morto, secondo album della band, per Ostile Records (già etichetta di Blastema e Casablanca) sotto la produzione artistica di Max Zanotti (Deasonika, Rezophonic, Casablanca) e con un featuring di Alteria.

Il nome del gruppo è liberamente ispirato alla dedica iniziale de I fiori del male di Baudelaire: “De la plus profonde humilité / Je dédie / Ces fleurs maladives.

TOUR

IL ROCK È MORTO

(20/03/2017 Ostile Records / Believe)




MEDIOEVO!

(12/11/2013 ZetaFactory / Master Music)

VIDEOCLIP











TESTI

IL ROCK È MORTO (2017)
   Rock'n'Roll
   Homo sapiens
   La grande truffa dell'indie-rock
   Attacchi di panico
   Chernobyl
   NABA design blues
   La canzone del condannato
   Il Rock è morto
   Le tre verità
   La fine dello spettacolo

MEDIOEVO! (2013)
   La fine
   Amoxicillina
   Vittime della moda
   Sindrome Post-Vietnam
   Medioevo
   Novembre / versione brasiliana / versione spagnola
   L'Alchimista
   La bellezza
   Ennio
   Dharamsala
   Abbandono d'Oriente
   21 grammi di cenere

ANTINOMIE EP (2009)
   Il mio a**re per te
   L'ultima gioia
   Novembre
   Vittime della moda


IL ROCK È MORTO


Rock'n'Roll

Tutti quanti mi dicono ascolta indie e trash-pop
ma a me importa solo del Rock’n’Roll.
Poi mi porti al party a fare foto ignoranti
ma qui nessuno sa di Rock’n’Roll.
Balla quanto vuoi, fatti più che mai.
Studi al C.P.M., jeans stretti e giacca di pelle
ma non lo impari lì il Rock’n’Roll.
Invece io voglio solamente Rock’n’Roll.
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Homo sapiens

La seconda legge della Termodinamica
afferma che io sono un corpo in espansione.
Viaggerò tra le curve quantistiche
dentro ai molti multiversi del tuo amore.
Il limite dello spazio siderale
è il solo limite a cui mi posso conformare, sai
la specie migliore non è la più forte,
è quella che si abitua prima al concetto di morte.
Uomini, siamo uomini, solo uomini,
scimmie capaci di contare.
Uomini, solo uomini,
deriviamo dai batteri il nostro istinto primordiale:
la distruzione.
La gravità che attraversa le galassie
ci attirerà come supernove.
Raggiungerò il buco nero che hai nel cuore
così celebreremo la fine della nostra specie.
Uomini, siamo uomini, solo uomini
scimmie addestrate per comprare
uomini, solo uomini
evolviamo dagli insetti quest'insana propensione per
la distruzione.
Prepariamoci per una nuova evoluzione!
Prepariamoci per una nuova evoluzione!
Come dinosauri della nuova glaciazione verso l'estinzione, l'estinzione!
Uomini, siamo uomini, nasciamo nudi per morire come tutti gli animali.
Uomini, solo uomini, deriviamo dai batteri il nostro istinto primordiale:
la distruzione.
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La grande truffa dell'indie-rock

Amore tu lo sai che sono abituato a soffrire
in vacanza non ci vado voglio solo morire per te, per te
E allora dimmi come posso fare per espiare
questo peccato originale di volere suonare per te, solo per te
Dici che nell' ‘89 il mondo era migliore
guerra fredda ormai finita rock in televisione
ma sai qui il Pussy Riot era “Non è la Rai”.
Oh no no no, tesoro non dirmi più che rimpiangi i '90
anche Cobain s'era sparato che ne aveva abbastanza.
Ma l'arte non puoi certo donarla alla gente
come miele masticato e digerito in disparte.
Siamo i troppi figli di una scena indipendente
che d'indipendente non ha niente no no no non ha più niente.
La Grande Truffa dell'Indie-Rock,
questa è la Grande Truffa dell'Indie-Rock.
Ma in Italia c'è chi per vendersi pagherebbe
e che per esser mainstream si trucca da indipendente
siamo quattro stronzi con al collo le chitarre,
ma vai bene se fai finta di essere un tipo importante nella
Grande truffa dell'indie rock.
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Attacchi di panico

Gli uomini proiettile si tagliano le palpebre
perchè lo sai cadere in fondo è darsi in pasto alle paure.
Guardami mentre precipito io aprirò lo sguardo sull'abisso
e i tuoi occhi sono vipere che bramano lo schianto senza rete giù nel vortice.
L'aria ci dividerà in parti distanti
Comprimi il vuoto dentro alle tue vene
in un'embolia di stimoli.
Mostrami i tuoi mostri amore
fammi vedere quello che sai fare
Con 10 bestie in fondo al cuore vedrai, vedrai.
Che dai fantasmi non ti liberi
i veri demoni stanno nei tuoi limiti
perciò abbandonali e lasciati cadere,
insieme proveremo a non farci divorare.
I mostri sai ti cercano, ti vogliono sbranare
t’inseguono nel buio che tu costruisci per non farti male.
Ma non puoi nasconderti dai tuoi incubi, perché loro conoscono il tuo odore:
quanto ti fiutano, tu sporgiti e guarda in faccia la vertigine.
Mostrami i tuoi mostri amore,
fammi vedere come ti fai divorare
da 10 bestie in fondo al cuore
mostrami i tuoi mostri amore.
Mostrami i tuoi mostri amore
in qualche cosa ti dovrai pur trasformare
Se hai 10 bestie in fondo al cuore: vedrai, vedrai!
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Chernobyl

Le luci di Chernobyl fanno miracoli
accendono stelle, distruggono atomi veri, i miei pensieri.
Come le lucciole chiuse in barattoli
che catturavi mentre provavo a rincorrerti, mi sfuggivi.
Dimmi dove ci porterà questa assoluta modernità?
Chernobyl, abbracciati sotto i neon della centrale
i raggi gamma qui non ci possono colpire, non temere.
Chernobyl, riscaldati dall’inverno nucleare,
il tuo corpo vicino al mio nell’esplosione m’irradia l'amore.
La vita qui a Chernobyl oscilla fragile
nell’incertezza della legge di Heisenberg, ieri è già domani.
E le molecole delle tue lacrime creano legami col mio corpo instabile
mentre decade assieme a questa città
E tutto intorno nient’altro che case, cesio e polvere.
Chernobyl, sorvolati dagli aerei americani,
Guerra Fredda e propagande elettorali dai telegiornali.
Chernobyl, ma il progresso è solo uno stato mentale,
questi anni ‘80 sono da denuclearizzare e dimenticare.
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NABA design blues

Studentessa di design, la provincia era poco perversa
meglio Milano coi suoi guai.
Gli architetti sono come papà, il less is more della disciplina
lo vanno a bere dentro ai bar.
Perchè l'aperitivo è il pasto esistenziale
e il conformismo il volto dandy della rivoluzione.
Hasta el Campari siempre, mon cher!
La domanda è strana, vai alla NABA?
Con Van der Rohe non si sbaglia mai,
traferiamo la Bahuaus lungo il Naviglio Pavese.
Tu al metro quadro quanto fai?
E violentare la bellezza coi giudizi universali
ma la bellezza è quella inscatolata da Piero Manzoni e lo sai.
La domanda è strana, vai alla NABA?
Il design ti svuoterà decorandoti l’anima.
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La canzone del condannato

Amami Giorgia, amami senza pietà
finché domattina il sonno mi prenderà.
La vita di un uomo dà senso al dolore che c'è,
amami Giorgia e fallo senza perché.
Ho tante pareti fuori e dentro di me
che rubano segreti, aria e lacrime.
Scorre lento il tuo rasoio
e la mia carne concia in cuoio,
scuci e poi ricuci quanto vuoi.
Prenditi tutto, prendilo ancora,
scegli il mio sbaglio e fottimi ancora.
E allora uccidimi, con tutti i tuoi perché,
allora uccidimi, non aspettare domani;
non aspettare che sia domani.
Corro incontro al tuo ricordo
ma nel mio petto il cuore è sordo
e scioglie le tue scuse su di te.
Amami Giorgia, amami ora,
uccidimi adesso e fottimi ancora.
Uccidimi, uccidimi.
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Il Rock è morto

Amico mio sorridi che il Rock è morto,
siamo vivi noi, i superstiti del disastro.
E abbiamo imparato che la libertà ha un prezzo troppo alto e poi si vendica:
meglio il benessere ch’essere liberi,
schiavi felici dell'oro e i suoi simili.
Amico mio la musica è una causa persa,
la vincono i giornalisti con i dischi in tasca
Così pensi che la musica nuova
sia nuova solo perchè è quella che va di moda:
niente sostanza, soltanto apparenza,
rinchiusi in un ciclo di eterna tendenza.
Morti, siamo i morti.
Venditi l’anima in cambio di fama,
la gloria lo sai che è una grande puttana.
Il talento non esiste, è soltanto una scusa per le riviste.
Anche David Chapman l’aveva detto:
nessuno sparerà mai ai vincitori di X-Factor.
Sono già morti e tu lo sai.
Amico mio, sono i soldi che ci impoveriscono.
Lo sai anche tu, anche i ribelli s’imborghesiscono
Basta fare canzoni per le rivoluzioni
Ora musichiamo solo restaurazioni
Musica innocua e democristiana
Suonata da morti di fama
perchè
ciò che è bello non è buono,
ciò che è buono non è figo,
ciò che figo non è vero
e ciò che è vero ci ha rotto il cazzo.
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La fine dello spettacolo

Questa è la fine dello spettacolo
Quando cala il sipario faremo fuoco.
Vi è concessa soltanto un'altra canzone
per sopravvivere alle vostre scuse.
Ma tu non ci credi
e continui a pensare sia solo finzione
e sei così brava a assolverti ma lo sai, tu lo sai.
Perché tu sei riuscita a illuderti dentro te
che noi fossimo davvero liberi.
Ma no, non lo siamo stati mai,
perché sappiamo solo fingere.
Nessuno da qui ne uscirà ancora in piedi,
Sarete anche voi parte dello spettacolo.
Ma tu non ci credi
perché “infondo Parigi val bene uno show”
e vuoi solamente assolverti ma lo sai, tu lo sai.
Perché tu sei riuscita a illuderti dentro te
che noi fossimo davvero liberi.
Ma no, non lo siamo stati mai,
perché sappiamo solo fingere.
Applaudi alla fine dello spettacolo.
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MEDIOEVO!


Amoxicillina

Amoxicillina, sei tu l'eroina
che cura l'amore e ogni altra infezione.
D'incanto va via ogni anomalia
e la guarigione dà già assuefazione.
Tu non ci sei, mi mancherai.
Amoxicillina di prima mattina,
sollievo e ristoro dal germe dell'oro.
Tre grammi lo sai non bastano mai
e in ogni tua assenza procuri astinenza.
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Vittime della moda

Vittime della moda,
il vostro è un pianto che mi giova.
Siete i poveri schiavi della noia
e vi scannate per un attimo di gloria.
Uccidi la tua noia,
rinnega ogni moda.
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Sindrome Post-Vietnam

Cerco di annullare tutto quello che ho nella mia mente,
provo a soffocare tutto ciò che c'è di importante.
Vesto il mio destino di una nuova cieca identità
e cedo spazio alla mia vena cinica.
Ho in testa solamente quello che diceva
una voce fredda che non ti consola.
Quando fuori piove e urla la bufera
la paura è un coltello che ti taglia la schiena.
Diceva: “Mira, spara, grida e vomita.”
Sono un'ombra, una come tante.
Cerco di guardare in fondo all'occhio del serpente,
l'occhio del serpente che distrugge la mia mente.
E muta la mia pelle in cento, mille squame porpora.
Questo è il prezzo di una cieca nuova identità.
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Medioevo

Scegli me tra le nove cortigiane;
canterò del potere e le sue brame.
Non lo sai, siamo carne da cannone.
Ti venererò come gli dèi del sacro televisore,
sorrisi e varietà.
Sarò l’eroe dei Filistei
in mezzo ai nuovi mendicanti, vecchie troie, saltimbanchi e
benvenuti nel Medioevo!
Il mercato musicale è un vecchio che non ha più fame,
inutile guazzabuglio medievale.
Vuoi un lavoro? Vieni qua, sporcati nel varietà!
c’è un posto fisso che ti aspetta: canta e balla, marionetta.
In Italia non si suona e RockIt non ci consola:
quanti begli artisti qua con i soldi di papà.
Ma tant'è, andiamo a farci fottere.
Vi benedirò come Galilei in fila per l’inquisizione,
saluti e bon voyage.
Sarò l’eroe degli Epicurei, siete morti tutti quanti:
maschi, femmine, cantanti e
benvenuti nel Medioevo!
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Novembre

È già Novembre, piango per niente
e questa magia un giorno mi prenderà,
un giorno mi prenderà,
un giorno mi prenderà e porterà via
verso Novembre.
Ottobre e Novembre e un treno che parte
sembra distante anche se ritornerà,
anche se ritornerà,
anche se ritornerà per non lasciarti
da solo a Novembre.
Io sono qui, coi miei perché
e guardo la pioggia che risbatte.
E tu sei qui, vicino a me,
tossisci e cerchi le risposte;
perché a Novembre tutto è distante.
Arriva Novembre, piango per niente
e questa follia un giorno mi prenderà,
un giorno mi prenderà,
un giorno mi prenderà e lascerà qui
in mezzo a Novembre.
Io non ho più una risposta,
solo questo e ciò mi basta.
Cerco solo d'affondare per non ritornare,
non tornare, non tornare.
Ma questo Novembre dura per sempre.
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Novembro

versione brasiliana a cura di Paola Del Vecchio.
É já Novembro, choro por nada
e esta magia um dia me prenderá,
um dia me prenderá,
um dia me prenderá e me levará
em direção a Novembro.
Outubro e Novembro e um trem que parte,
parece distante mesmo se ele voltar,
mesmo se ele voltar,
mesmo se ele voltar para não te deixar
sozinho em Novembro.
Eu estou aqui, com meus porquês
e assisto a chuva que cai.
E você está aqui, perto de mim
tossi e quer uma respostar
porque em novembro, tudo é distante.
Chega Novembro, choro por nada
e essa loucura um dia me prenderá,
um dia me prenderá,
um dia me prenderá e me levará,
em meio de Novembro.
Eu não tenho mais uma resposta,
só isso e aquilo me basta,
eu só tento afundar para não voltar,
não voltar, não voltar.
Mas esse Novembro, dura para sempre.
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Noviembre

versione spagnola a cura di Juan Chenau.
Es ya noviembre, lloro y me sientes
y esta magia un dia me llevara,
un dia me llevara,
un dia me llevara lejos de aqui
hacia noviembre.
Octubre y noviembre es un tren que parte
parece distante aunque si el volvera,
aunque si el volvera,
aunque si el volvera por no dejarte
muy solo a noviembre.
Y yo estoy aqui con mis porque
mirando la lluvia como cae.
Y tu estas aqui cerca de mi,
buscando respuestas en mis frases;
porque a noviembre todo se siente.
Y Llega novembre lloro y me sientes
y esta locura un dia me llevara,
un dia me llevara,
un dia me llevara para dejarme
en medio a noviembre.
No encuentro ahora una respuesta,
solo esto es lo que basta.
Busco solo de escaparme y no darme vuelta,
no girarme, no girarme.
Pero este noviembre dura por siempre.
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L'Alchimista

“Nulla si crea, nulla si distrugge”:
questo il principio incorruttibile.
Scopro le carte ad un mondo che ti sfugge
e do vita a materia fredda e immobile.
D'oro, d'argento o piombo celato,
millanto un metallo di entità incesta.
Idrogeno, ossigeno, arsenicato,
trasmuto la forma ma l'essenza resta.
Io sono l'esteta di una scienza fugace,
cerco la Pietra e non mi do pace.
Indago il Principio, scavo e lo faccio mio,
taglio le carte e trucco il dado di Dio.
Tra le stelle non volerò più,
tra le stelle ed i pianeti non volerò più.
Tre Volte Grande, Tre Volte Saggio,
mostra la via che al Tutto conduce.
Meta sognata, cieco miraggio
l'Opera Grande è un'ombra di luce
Rosso il colore della perfezione,
Bianca la coda che muta il Pavone.
Cela l'inganno serba il mistero,
tutti i colori stingono in Nero.
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La bellezza

La bellezza non sta nei sorrisi dei bambini, nell'innocenza, nella tenerezza, nella purezza,
nei racconti del piccolo principe. Non è essere liberi, essere ingenui, essere buoni.
La bellezza non sta nella felicità, nella serenità, negli auguri di Natale, nell'augurarsi di non cambiare, nello sperare di diventare, nei sogni da non abbandonare.
La bellezza non sono le tue illusioni, avere il controllo, il mutuo sul monolocale, la castità, la sposa in bianco, il catering dei matrimoni, uscire presto dal lavoro, l'aperitivo in centro, le camicie rosa, le cose facili, le cose semplici, le cose inutili.
La bellezza non è il potere, non è il denaro e non è il destino. La bellezza non è Dio, l'amore, la modernità, il finger food, la moda, il design, gli architetti, gli avvocati, la fama. Non sta nei superlativi, negli assoluti, nei paradigmi, nella vita sana e genuina, nell’all you can eat.
Non si trova nella musica, nel talento, nei cantautori, nelle rime, nei riti sociali, nelle radio, negli artisti, nel concerto del primo maggio, nel fare un disco, nelle recensioni, nell'avere un etichetta, nel singolo che spacca, nelle major, nel 'ma io sono comunque indipendente'.
Sono abbastanza sicuro che la bellezza non sta neanche nell'essere bello in quanto tale, fine a sè stesso, sterile. La bellezza è una cosa reale, esiste, si tocca, si mangia, è qualcosa che genera qualcosa. Non è mai gentile o innocua, lei ti ferisce, ti fa male, ti mette in discussione: è il senso d'inadeguatezza, l'insicurezza, la vertigine di una tensione verso.
La bellezza è in tutto e per tutto il vestito della verità.
E la verità è che molto spesso la bellezza sta nella merda.
Perchè è l'ultima cosa vera che ti rimane quando tutto se n'è già andato a puttane.
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Dharamsala

Bardo Thodol:

Benvenuti a Dharamsala! La città indiana dove dal 1960 è in esilio il governo tibetano.
In Tibet si sta compiendo un vero e proprio genocidio culturale ad opera del braccio armato cinese.
Uomini, donne, bambini vengono seviziati e uccisi a causa della loro religione che professa al non-violenza.
I governi occidentali restano a guardare e gli appelli del Dalai Lama ignorati.


Mostrami l'amore che il tuo mitra mi sa dare,
son tutto un fuoco di passione e di Amore Universale.
Ma tu non mirare al cervello,
spara dritto al cuore così io muoio meglio.
Svelami il segreto del tuo io superiore
per cui la violenza inflitta è sempre giusta ed esemplare.
Questo è tutto quello che sai fare? Questo è tutto quello che sai fare?
Sparami contro! Sparami contro! Questo è tutto quello che sai fare?
Strappami le braccia, stuprami il cervello,
quello che ti muove è solo puro odio fraterno.
Straziami le braccia, il mio cervello, io sono solo un uomo!
Io sono solo un uomo! Io sono solo un uomo!
E puoi sopprimermi in un numero di Avogadro di modi,
e puoi distruggermi in un numero di Avogadro di modi,
per poi disperdermi in un numero di Avogadro di modi,
e suddividermi in un numero di Avogadro di moli.
Questa è la mia pace, quella che ti è tanto cara,
ne serberò il ricordo al mio ritorno a Dharamsala.
Occhio per occhio, tutto per niente,
e sputa in bocca all'arte del fiore decadente.
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Abbandono d'Oriente

Come Zefiro m'involi sopra i tetti delle case,
oltre il verde dei giardini verso un cielo che non c'è.
Io mi sento naufragare in questo vortice esiziale
di paura e esaltazione muta ed ineffabile.
Lasciami godere della pace che mi assale
dritto in fondo al mio sentire oblita e spoglia di clichè.
Sono vittima incosciente del tuo fare trascendente,
trovi spazio e la mia mente goffa capitola.
Ma tu mi porti via, nell'aria.
Altro qui non posso fare che marcire di pensieri
lisci e scevri come cieli neri cupidi ed alteri.
Aprimi l'Oriente in sinestetiche visioni
per precipitare avvolto ad indolenti situazioni.
Forse dovresti volgere lo sguardo oltre
la tua sterile condizione di essere disumano
plagiato a immagine e riluttanza di una moltitudine.
Qual è il tuo scopo? Quale il tuo fine?
Hai mai pensato che il mondo sensibile potrebbe
estendersi oltre il Velo di Maya della ragione?
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21 grammi di cenere

Anche se oggi morirò,
da domani rinascerò;
e se un giorno mi rivedrai
forse non mi riconoscerai,
persa nei tuoi guai.
Dentro i sogni piangerai
e forse Dio bestemmierai;
ti alzi e poi
cerchi quello che ti resta
dentro alle tue Lucky Strike.
Rendi pura la mia anima
come pioggia sopra la città.
Ne accendi un’altra e dici che
tutto è merda e polvere;
ma anche in un mondo fumo e cenere
quello che resta siamo io e te.
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ANTINOMIE EP


Il mio a**re per te

Quel che sono ora io non lo puoi descrivere
né portartelo in un posto che tu sai che poi non c'è.
In un giorno di follia come tanti me ne andrò
e cercando e ricercando qualche cosa troverò.
Il mio a**re per te non è soltanto una poesia,
il mio a**re per te non è qualche cosa da buttar via.
È nel sole, è nel sale, dentro a un pugno che fa male;
in un sole che non splende più, non sei più tu.
Sono stanco anche di me, di tutto quello che vorrei,
della sete di vendetta che distrugge i giorni miei.
In un autunno di follia come tanti me ne andrò
per cercare di spiegare qualche cosa che non ho.
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L'ultima gioia

Forse è verità,
lo specchio riflette incertezze indomabili;
e cerchi nella tua lacrima
l'ultima gioia sopita dentro te.
Oltrepasserai
il limite posto davanti alla tua personalità?
E cerchi nelle tue risposte
l'ultima gioia sopita dentro te.
Eccola, è libertà
e ogni perchè si sgretola.
Ecco qua la tua libertà,
l'ultima gioia sopita dentro te.
Forse riderà
pensando ai ricordi più amari della sua gioventù;
e cerca nella sua mente
l'ultima gioia sopita dentro sè.
Forse è verità,
il vento rivela paure incolmabili;
e cerco costantemente
l'ultima gioia sopita dentro me.
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INFO

I LES FLEURS DES MALADIVES sono:
   Davide Noseda: voce, chitarre, testi
   Ugo Canitano: basso, cori
   Alberto Maccarrone: batteria, percussioni


BAND & BOOKING:
   



MATERIALE:
Biografia
Rider tecnico


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Il nome “les Fleurs des Maladives” è ispirato all'immortale capolavoro di Charles Baudelaire “les Fleurs du Mal”, in questo ambito non ha alcuna attinenza se non da un punto di vista strettamente artistico. La band ha scelto questo nome in quanto esteticamente-fine-a-se-stesso e come tributo all'opera poetica. No, le Isole Maldive non c'entrano nulla, davvero.

Per il loro contributo fotografico si ringraziano: Stefano Cremaschi, Jessica Bartolini, Marta Rossetti, Fabio Basile, Dave Bruschi, Silvio Curti, Cristina Lorenzi, Manuel ‘ZiDima’ Rastaldi, Donatella Simonetti, Martina Valagussi.

Tutti i testi e le musiche delle canzoni sono di Davide Noseda, arrangiamenti a cura di les Fleurs des Maladives.

Il Web Master
Davide Noseda